CHAKRA n. 5

VISHUDDHA - IL SUONO BLU: DOVE NASCE LA VITA

Prima dell’inizio, tutto era tenebra ed era vuoto. […] Nella sua infinita quiete, la tenebra ricadde su se stessa. E nel suo vuoto seppe di essere sola.

Anodea Judith “Chakras ruote di vita”

Il quinto chakra si chiama Vishuddha, è localizzato nell’area tra le spalle e i lobi delle orecchie. E’ conosciuto come il chakra della gola e in sanscrito significa purificazione. Il suo colore è il blu in tutte le sue sfumature, il suo elemento è l’etere e la sua funzione è la comunicazione attraverso il suono, le frequenze e le parole. Vishuddha è il primo dei tre chakra superiori; immaginando di essere viandanti sul cammino della vita, attivando il quinto chakra potremmo dire di iniziare a vedere finalmente la luce del cielo. E infatti la nostra gola si colora proprio del colore del cielo, il blu tenue o azzurro, che è il primo colore tra i primari, il soffio vitale, l’alito divino che dona forma all’universo infinito.

Il blu è l’inizio di cui parla Giovanni nel Vangelo: “In principio era il Verbo” (Gv. 1,1). Con poche parole Giovanni ci mette di fronte al mistero della preesistenza divina degli uomini:

l’essere umano è espressione della parola di Dio (il Verbo) e della sua volontà di darci forma (vita) attraverso il suo suono creatore. La materia inanimata (la tenebra) si anima con un suono, l’Om, che si diffonde nel vuoto e lo riempie facendolo vibrare con un ritmo. Il suono e le frequenze dunque creano un ritmo che anima e fa vibrare ciò che incontra grazie al principio della risonanza. Il suono è vita!

È nel quinto chakra che ciascuno di noi genera il suo suono personale e grazie alle parole, che sono l’espressione della nostra unicità, crea un ritmo che fa da terreno a tutto ciò che sperimentiamo. Dal vagito del neonato  alla nona sinfonia di Beethoven, siamo immersi in una rete di comunicazione. Comunicare è proprio una delle funzioni della gola.

Al quinto chakra sono connesse la tiroide e le paratiroidi, che hanno grande importanza nel nostro sistema endocrino. Le malattie che colpiscono queste ghiandole originano da una mancata espressione di se stessi. Del resto, tutti i principi vitali si basano sulla comunicazione, ovvero sulla trasmissione delle informazioni: il DNA trasmette le informazioni genetiche che devono essere replicate correttamente per generare nuove cellule.

La comunicazione avviene sempre a doppio senso: da noi all’altro e viceversa. Senza l’altro non c’è comunicazione: per questo motivo un buon comunicatore sa in primo luogo ascoltare attentamente.  Il chakra della gola dunque ci proietta nel mondo, ci apre agli altri.

“La comunicazione è un modo di espandere noi stessi al di là dei limiti ordinari”

così scrive Anodea Judith. Comunicando rendiamo accessibili a tutti le informazioni contenute in noi, creiamo un ponte tra noi e gli altri che espande la coscienza di tutti.

Dare un nome significa definire, chiarire, strutturare i nostri pensieri che da astratti diventano reali. La comunicazione dunque crea la nostra realtà e getta le basi per il nostro futuro: questo è il grande potere delle parole. Il verbo crea. Noi siamo ciò che pensiamo e ciò che comunichiamo.

Per questo motivo Vishuddha è legato alla purificazione: per accedere e attivare il quinto chakra, il corpo necessita di un certo grado di purificazione perché gli aspetti più sottili dei chakra superiori richiedono un certo grado di sensitività.

Il suono in sé ha un forte potere purificante grazie alla sua azione diretta sulla struttura cellulare della materia e ha il potere di armonizzare le dissonanze.

Tra le parole chiave del colore blu troviamo cielo, silenzio, divino e fiducia. Il blu dona un senso di profonda calma e pace che possiamo sperimentare quando siamo totalmente in fiducia verso la vita.

Ecco la vera parola chiave del blu e del quinto chakra: FIDUCIA.

Quando ci manca il blu, in inglese feeling blue, abbiamo perso la fiducia e la connessione con il cielo: ci sentiamo tristi, malinconici, soli e persi.  Ci sentiamo soli nella vastità dell’universo, scollegati come isole fluttuanti nel vuoto e senza radici, senza appartenenza. Questo è lo stato negativo di un blu in squilibrio. E lo sperimentiamo quando fatichiamo ad avere fiducia in qualcosa più grande di noi, che va oltre la nostra possibilità di sapere e controllare.

Per questo motivo il blu si collega anche all’autorità e nella segnaletica stradale indica un obbligo e impone l’ordine di seguire una determinata direzione.

È un semplice “si fa così”. Cos’è quest’ordine superiore a cui facciamo fatica ad arrenderci?

È la difficoltà a riconoscere la nostra origine divina, il sapere intimamente che siamo stati creati dal soffio blu della volontà superiore, è sapere che anche quando ci sentiamo isole in realtà non siamo mai separati dal creatore, che è padre e madre al tempo stesso e fonte del nostro nutrimento spirituale.

Nell’iconografia cristiana la Madonna è sempre velata di azzurro

l blu è un colore sia maschile che femminile, è il nutrimento del cielo,

attraverso l’ossigeno che ci rende possibile respirare, attraverso il prana ovvero l’energia cosmica che grazie ai chakra può nutrire il nostro corpo fisico. È il nutrimento del mare, dell’acqua che è espressione terrena del divino. L’acqua che contiene ossigeno: due elementi indispensabili alla vita terrestre.

È la fiducia di essere amati e amabili per ciò che siamo,

di poter esprimere esattamente quello che siamo e attraverso le nostre parole contribuire ad innalzare la coscienza collettiva, è la fiducia che abbiamo sempre due genitori cosmici che ci supportano, ci nutrono, ci amano. È la certezza di non essere orfani e di non essere mai abbandonati. È sapere che ogni cosa che accade nella nostra vita, accade semplicemente per il nostro massimo bene.

Quando chiniamo la testa con umiltà davanti a questa evidenza scompare ogni paura e ogni agitazione e sperimentiamo la profonda pace del blu che vive dentro di noi.

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